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Trento, 10 ottobre 2007
CASA DI PROSTITUZIONE SPONSOR DI SOCIETA’ SPORTIVA TRENTINA
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per l’Unione

La vicenda della sponsorizzazione del Trento Calcio 1921 da parte di una nota casa di prostituzione austriaca richiede qualche riflessione sulle modalità di gestione del logo appositamente creato per pubblicizzare l'immagine della Provincia e del suo territorio.

Non v'è dubbio che – a parte considerazioni di buon gusto – pubblicizzare una casa di prostituzione in territorio italiano costituisce una esplicita violazione della legge Merlin, quantomeno sotto il profilo del favoreggiamento, ed è assolutamente irrilevante che in Austria lo sfruttamento della prostituzione (perché di questo si tratta) sia una azione perfettamente legale. Peraltro, dato l'argomento in discussione e le facili (quanto infondate) accuse di “bigottismo”, vorrei ricordare che la legge Merlin tutela “la libertà di determinazione della donna nel compimento di atti sessuali, garantita attraverso il perseguimento dei terzi che da tale attività intendono ricavare un vantaggio economico, atteso che non costituisce reato il compimento di atti sessuali al di fuori di ogni attività di sfruttamento o di agevolazione, anche se posti in essere con fini di lucro personale” (Cassazione Penale), recependo una direttiva contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e con un ampio consenso del Parlamento italiano (fatta eccezione per l'estrema destra monarchica e missina).

Una società calcistica, che ha tra i propri scopi anche l’educazione dei giovani, dovrebbe evitare di accostare il proprio nome a quello di chi propone la mercificazione e lo sfruttamento delle persone.

Non v'è dubbio che l'assessore allo sport – ancorché non direttamente responsabile della gestione del logo della Provincia – abbia fatto bene a sollecitare la società sportiva a rescindere il contratto di sponsorizzazione. Trovo sorprendente, invece, l'assordante silenzio di chi ha la diretta responsabilità per l'assegnazione del logo stesso. Si teme l'impopolarità ?

Tanto premesso

si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere:

a) se non intenda impartire alla Trentino Spa disposizioni più rigorose per contratti di sponsorizzazione che implicano l'uso del logo del Trentino, ed in particolare, se non ritenga di dover vincolare l'autorizzazione ad una preventiva valutazione di eventuali co-sponsors;

b) se non sia opportuno stabilire che eventuali comportamenti contrastanti con le norme penali e le norme sportive (casi di doping, ma non solo) implichino la rescissione di eventuali sponsorizzazioni accordate dalla Provincia;

c) quali giustificazione abbia addotto la Trentino Spa incaricata della gestione del logo per l'infelice accostamento con una casa d'appuntamenti.

cons. Roberto Bombarda

     

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